Pallamano Altamura, stagione 2010/11, il bicchiere è mezzo pieno

Pallamano Altamura, stagione 2010/11, il bicchiere è mezzo pieno

NicolaLoviglioPer la formazione altamurana una salvezza tranquilla, se pur tra alti e bassi

Calato il sipario sul campionato di serie A1 maschile, è tempo delle meritate vacanze per tutti i componenti della Pallamano Altamura. Quella conclusa appena una settimana fa è stata una stagione lunga e altalenante nella quale, ad una prima parte scoppiettante che ha visto la compagine altamurana addirittura tra le prime posizioni di classifica, è seguita una seconda parte dove gli infortuni e la sfortuna l’hanno fatta da padrone. Nonostante le tante difficoltà, i ragazzi allenati da mister Realmonte sono riusciti a mantenere senza problemi la prestigiosa categoria, tenendosi sempre a dovuta distanza dalle zone pericolose della classifica.<br />Con la nostra intervista, oggi proveremo a tracciare il bilancio stagionale della Pallamano Altamura e lo faremo insieme allo storico Direttore Sportivo biancorosso, Nicola Loviglio.
Direttore, partiamo dall’inizio. Come mai, al termine della scorsa stagione avete deciso di presentare domanda di ripescaggio in serie A1?
“Abbiamo fatto questa scelta perché ci siamo resi conto che se volevamo continuare il percorso di crescita che avevamo intrapreso già da qualche anno, era importante confrontarsi in campionato di livello superiore e che durasse più a lungo rispetto a quello di A2, contraddistinto dalla diminuzione costante del numero di squadre. Insomma eravamo consapevoli di avere una squadra che poteva giocarsela con tutte e quindi alla fine, abbiamo preso la decisione di presentare domanda di ripescaggio, domanda, tra l’altro, presentata da quasi tutte le squadre che avevano partecipato ai play-off come noi. È chiaro che era necessario fare qualche innesto nella squadra per poter competere a certi livelli e quindi abbiamo deciso di ingaggiare Grande, portiere argentino, anche se in un primo momento si era pensato ad un giocatore di movimento”.
Avendo, lei in prima persona, costruito questa squadra, quali erano gli obiettivi che vi eravate prefissati ad inizio stagione?
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di raggiungere la salvezza il prima possibile e di far crescere i nostri giovani. C’è un po’ di rammarico perché, soprattutto nella seconda parte di campionato avremmo potuto toglierci qualche soddisfazione in più”.
Come è invece andata la stagione? Provi a tracciare un suo personale bilancio.
“Possiamo dire di aver disputato una buona stagione. Abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati ad inizio stagione, con la salvezza che arrivata poco dopo il girone di ritorno. L’altro nostro obiettivo primario era quello di far crescere i numerosi giocato in squadra e penso che anche questo è stato raggiunto. Nel girone di ritorno i nostri under hanno avuto molti minuti a disposizione per mettersi in mostra e di questo siamo molto contenti”.
Tirando le somme, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
“Sicuramente il bicchiere è mezzo pieno per tutti i motivi che ho spiegato pocanzi”.
Al giro di boa avevate conquistato 18 punti dei 24 finali, praticamente, nel girone di ritorno avete raccolto solo un terzo dei punti conquistati nel girone d’andata. Sa darci delle motivazioni a questo vistoso calo?
“Per quanto riguarda questo problema, io ho una mia teoria, magari mister Realmonte ne avrà un’altra. È fuori discussione che nella seconda parte del campionato siamo stati bersagliati dagli infortuni, ma è pur vero che se una squadra ha carattere, anche nelle difficoltà, trova il modo di reagire. È emblematica, a tal proposito, la prima partita del girone di ritorno a Marsala, quando abbiamo buttato via i tre punti. Secondo me cogliendo quella vittoria, avremmo potuto disputare un ritorno di ben altro spessore. Il motivo di tutto ciò è da ricercare, più in questioni tecniche, in questioni mentali: i ragazzi, a un certo punto della stagione, quanto la salvezza era ormai a portata di mano, si sono lasciati andare un po’, soprattutto colore che nella prima parte del campionato avevano giocato di meno e che, quindi, avevano qualcosa in più da dimostrare”.
Quale è il ricordo più bello e quale quello più brutto di questa stagione?
“I ricordi più belli sono legati a due partite casalinghe, la prima in assoluto con il Marsala, quando abbiamo esordita in A1 d’avanti al nostro pubblico e quella contro il Chieti che, in quella occasione, ci ha dato parecchio filo da torcere. Il ricordo meno bello è legato a un’altra partita in casa, contro l’Enna, quando, in vantaggio di parecchie lunghezze, abbiamo permesso ai nostri avversari di rientrare in partita e di portare a casa i tre punti. Solo una nostra reazione nei minuti finali ci ha permesso di recuperare e guadagnare la vittoria. Penso sia stata una delle più brutte partite giocate quest’anno”.
Passando alla rosa, se la sente di stilare la lista dei migliori e dei peggiori?
“Non mi va di fare nomi anche perché la maggior parte dei giocatori presenti in squadra li conosco da quando erano ragazzini e quindi non vorrei scontentare nessuno. Comunque, se proprio devo fare dei nomi, dico che i migliori sono stati Baldassarra e Maggiolini, ma solo nella prima parte del campionato perché nella seconda non riesco a trovare veramente nessuno che si sia elevato più degli altri. Una grande soddisfazione per noi, poi, è stata la convocazione di Maggiolini nella nazionale giovanile. Penso che con questo giocatore è stato fatto un ottimo lavoro, riportandolo ai fasti di un paio di anni fa. Dovete sapere che Maggiolini veniva etichettato come una delle promesse dell’handball italiano ma poi, negli ultimi due anni si è perso un po’ per strada, non riuscendo a confermare con i fatti quanto di buono si diceva di lui. Quest’anno, invece, ad Altamura, penso che abbia dimostrato il suo valore tanto da meritarsi la convocazione in nazionale. Siamo davvero orgogliosi di questo”.
Un roster imbottito di giovani di belle speranze, ci parli di qualcuno di loro.
Senza nulla togliere agli altri giovani, io metterei un gradino sopra gli altri Dimarno, un ragazzo del ’95 che ha dimostrato di ragionare con la testa di un veterano. Nelle ultime partite ha giocato con la grinta giusta, dimostrando di essere un giocatore vero. È chiaro che deve continuare a lavorare ma in lui vedo un buon potenziale. Inoltre c’è da dire che è stato anche convocato per un raduno della nazionale giovanile, ricevendo molti elogi. Dimarno, comunque, non è l’unico giovane di belle speranze: ci sono anche Loiduce e tragni e non dimentichiamoci che in squadra abbiamo Colamonaco, Pallotta e Luisi che sono ancora under ma giocano già da diversi anni in prima squadra”.
Sappiamo quanto sia difficile mantenere una squadra in queste categorie, come rispondono i cittadini altamurani al richiamo di questo sport?
“Non nascondo che è difficile far avvicinale la gente a questo sport. Magari si preferiscono altre discipline, ma vi posso assicurare che tutte le persone che in questi anni si sono avvicinate alla nostra disciplina, sono rimaste fedeli alla nostra squadra, sostenendola in ogni partita. Purtroppo devo dire che il nostro sport non è il calcio che ogni giorno ha la sua visibilità. Invece, di pallamano si parla soltanto nel giorno della partita e poi non si sente più nominare durante il resto della settimana. La formula dell’ultimo campionato, poi, non ci ha dato una mano in quanto troppo spezzettato: abbiamo perso un po’ di tifosi perché non sapevano che le ultime partite si sarebbe disputate a maggio inoltrato. In sostanza il campionato, in considerazione delle squadre che ne facevano parte, è durato un po’ troppo e ciò ha avuto anche dei risvolti a livello economico con almeno un paio di mesi in più di attività”.
Cosa bolle in pentola per la prossima stagione? Vi siete già incontrati in società per programmare il futuro? Mister Realmonte sarà ancora al timone della nave?
“L’unica cosa che posso assicurare in questo momento è che anche il prossimo anno saremo in A1. È nostra intenzione affrontare il campionato con soli giocatori altamurani, a meno ché non riusciamo a chiudere importanti contratti di sponsorizzazione. Poi, più avanti, potremo fare anche altre valutazioni ma al momento questa è l’unica certezza. Anche per quanto riguarda la posizione di mister Realmonte, adesso è veramente prematuro parlarne, sicuramente ne sapremo di più nella prossima settimana quando la dirigenza si incontrerà per iniziare a pianificare la prossima stagione. Insomma, vogliamo continuare a giocare in A1 anche se affrontare un campionato del genere è molto costoso, non solo perché aumenta il monte stipendi ma anche perché, per ogni partita, c’è da pagare alla federazione una tassa molto alta. A questo si aggiungiamo i costi per le trasferte che quest’anno ci hanno portato a giocare dalla Sicilia alla Toscana. Da questo punti di vista siamo molto più penalizzati rispetto al girone A (la Pallamano Altamura milita nel girone B, ndr) dove si affrontano trasferte molto più brevi. Per ovviare a questa situazione di squilibrio le squadre del girone A si erano impegnate a rimborsare i maggiori costi sostenuti dalle squadre del girone B, ma fino ad ora non abbiamo visto una euro. Non sarà facile trovare le risorse per disputare un altro campionato in A1, ma noi ce la metteremo tutta”.
Visto che rispetto ad altri sport la pallamano è erroneamente considerato uno sport minore, le lasciamo spazio libero per dire quello che le va o magari di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, prego.
Il fatto che la pallamano venga considerato un sport minore è solamente una prerogativa italiana, in quanto siamo bombardati ogni giorno dalla televisione che ci parla solo di calcio e, in misura minore di basket e volley. Negli altri paesi come Francia, Spagna e altri paese durante i notiziari sportivi, la pallamano ha un posto di riguarda. Ritengo che il problema è la mancanza della cultura sportiva, perché la pallamano non ha niente da invidiare agli altri sporti: è spettacolare e riesce a coinvolgere sia chi lo pratica che chi lo segue. Purtroppo, però, viene proposto a poche persone soprattutto per mancanza di strutture. A livello locale, invece, devo lamentare una sostanziale mancanza d’attenzione da parte delle istituzioni che continuano a considerare poco questo sport. Noi addirittura, seguendo l’esempio di altre squadre che abbiamo affrontato, avevamo chiesto al Comune di sponsorizzare le nostre maglie in modo da portare in giro per l’Italia il nome della nostra città. Non c’è stato niente da fare e anzi, nonostante siamo l’unica squadra altamurana a disputare un campionato nazionale, siamo stati presi nella giusta considerazione”.
I ringraziamenti di rito a fine stagione a chi vanno?
“Ovviamente i ringraziamenti vanno ai nostri giocatori, ai tecnici e ai dirigenti tutti. Permettetemi, però, di rivolgere un ringraziamento particolare a tutti i nostri sponsor senza i quali non avremmo potuto disputare questa stagione”.
Grazie mille per la collaborazione.
“È stato un piace”.
Anche questa intervista è giunta alla conclusione. Il nostro auspicio è che da oggi, grazie anche ad Altamurasport.it tutti gli spot possano aver pari dignità e considerazione. Noi faremo del nostro meglio, voi seguiteci sempre più numerosi. Arrivederci alla prossima settimana.

Leonardo Loporcaro

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