Sporting Altamura, parla mister Di Maio

Gennaro Di Maio alla prima esperienza in panchinaIl tecnico biancorosso ci svela i retroscena della sua prima esperienza da allenatore

I microfoni di pugliacalcio24.it hanno raggiunto, in esclusiva, l’allenatore dello Sporting Altamura, squadra che milita nel girone A del campionato di promozione, Gennaro Di Maio. Con un passato da giocatore trascorso su importanti campi della serie D e del professionismo, questo è il primo anno che l’ha visto sedersi in panchina nella nuova veste da allenatore. L’ha incontrato per noi Giuseppe Lucariello<br />Nonostante le iniziali difficoltà societarie, voi dello Sporting Altamura sembravate essere l’unica vera antagonista della corazzata Sudest, ormai lanciata verso l’eccellenza. Come spiega questo calo improvviso?
“Sicuramente non siamo partiti con l’idea di vincere il campionato ma si è cercato di ricostruire in toto una squadra prendendo dei giocatori anche di categoria superiore, inserendoli in una rosa comunque abbastanza ristretta. Fin quando ho avuto tutti i giocatori a disposizione, penso che la squadra, oltre ad aver fatto una grande rincorsa arrivando a quattro punti dalla corazzata Sudest, abbia espresso anche un buon calcio, detto anche da diversi addetti ai lavori. È evidente che poi c’è stato un calo dal punto di vista mentale perché, avendo subito molti infortuni, siamo stati costretti a giocare cinque partite di seguito nel momento migliore, partendo dalla partita in casa con il Noci, con almeno sei ragazzi. Avendo persone importanti fuori rosa, penso che questa sia stata una delle cause principali, anche se io sono molto realista e credo che non eravamo ancora pronti per competere con la Sudest.“
Domenica affronterete il San Giovanni Rotondo che partita si aspetta ?
“Mi aspetto una partita come le altre, perché nessuno ci sta a perdere, anche se ormai il campionato si può dire concluso perché non ci sono play off e play out. Però, come dico sempre ai miei ragazzi, le ultime partite sono quelle che rimangono più impresse nella mente perché magari un giocatore che fa dieci gol nel girone d’andata e in quello di ritorno non segna va subito nel dimenticatoio, quindi chiederò a loro la massima concentrazione per quest’ultima parte di campionato. Comunque, mi aspetto una partita dura perché all’andata ci hanno dato filo da torcere, nel recupero soprattutto, abbiamo vinto 1 a 0, forse magari anche non meritando e quindi sarà una partita sicuramente combattuta.”
Già mister in campo a detta di molti, quale allenatore, fra i vari incontrati da giocatore, le ha lasciato insegnamenti che la stanno aiutando in questa nuova avventura?
“Ho avuto la fortuna di avere degli allenatori importanti che tuttora vincono campionati. Si cerca sempre di trarre il meglio da ognuno di loro. Io penso che bisogna seguire quello che di buono mi ha insegnato ognuno di loro e credo che un allenatore deve avere una certa idea, una sua personalità, ascoltando i consigli di tutti ma deve sempre avere un’idea , ad esempio, nelle esercitazioni, negli allenamenti da proporre cercando di variare sempre. Io ci tengo soprattutto all’aspetto comportamentale, a me piace avere nella mia squadra mezzo giocatore ma un uomo intero piuttosto che viceversa, quindi, rifacendomi alla tua domanda cerco di apprendere il meglio che ogni allenatore mi ha dato; sicuramente ognuno mi ha dato qualcosa, c’è anche qualcuno, che secondo il mio modo di vedere, non mi ha dato niente, però bisogna vedere sia il buono che il brutto.”
Quali differenze ha incontrato nel passare dal campo alla panchina? Quali sono i suoi obiettivi da allenatore per il suo futuro?
“Le differenze sono tantissime, abissali ed ero molto preparato a questa cosa in quanto confrontandomi con colleghi che hanno smesso e hanno incominciato questo tipo di carriera mi dicevano che cambia tutto, infatti prima sei solo, solo tra virgolette, perché comunque hai le tue responsabilità, ma sono limitate al tuo comportamento, qui devi gestire 30 persone e devi dar conto a un presidente, un direttore, devi far sì che tante cose vengano messe insieme al punto giusto ed è difficilissimo. Le responsabilità sicuramente si moltiplicano però, dico la verità, quest’avventura mi ha insegnato tantissimo, perché partire dal basso, ti aiuta a capire tante cose che magari o tu non avevi visto fino ad adesso o che non ti aspettavi. Credo che alla fine bisogna vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.”
Abituato da calciatore a calcare palcoscenici ben più importanti, cosa si potrebbe fare per migliorare il livello generale di questo campionato?
“Ti ringrazio per quello che hai detto, ma non è che abbia fatto campionati di serie A o B. Ho avuto la fortuna di fare campionati importanti e di vincere anche qualcosa, invece questo campionato non lo conoscevo per niente. Sono sincero: avevo visto una partita l’anno scorso contro il San Severo ed erano già i play off, se ricordo bene. Non mi è parso così scadente il livello, ti dico la verità, però impari sempre cose nuove. Credo che in qualsiasi categoria, se tu non sei allenato in un certo modo, non hai gli stimoli giusti soprattutto perché credo che nella vita uno deve porsi degli obbiettivi e deve avere degli stimoli continui. Se non hai quello, penso che in nessuna categoria puoi fare bene, se invece hai questi presupposti, riesci a fare bene sempre.”
Quali squadre l’hanno particolarmente impressionata in questo campionato ?
“La Sudest, perché l’ha dimostrato sul campo, facendo tutti quei punti. Un’altra squadra che a me aveva impressionato tantissimo, al girone d’andata, è stato il Carapelle, una squadra ben organizzata con molte idee, che giocava benissimo, anche con giocatori importanti, che credo abbiano fatto categoria superiori, Diciamo che il Carapelle è quella che mi ha impressionato di più nel girone d’andata, perché rispetto alla Sudest, che secondo me puntava molto sui singoli ed aveva giocatori importanti, vedevo più una situazione di squadra, collettività, però tanto di cappello alla Sudest che è una squadra che vince con tanti punti di vantaggio, l’ha dimostrato quindi fino a prova contraria sono loro i più forti.”
Lei che ha calcato i campi di piazze importanti e blasonate (ex di: Vigor Lamezia in C2 ma anche in serie D con le maglie di Casertana, Real Marcianise, Sarpi, Cosenza, Siracusa, Matera e molte altre ndr) cosa pensa della cultura calcistica che ad Altamura sembra stia scomparendo nel silenzio di tutti?
“Questa è una cosa che purtroppo è agli occhi di tutti, io credo che un paese di 70.000 abitanti, possiamo dire una città, con un bacino d’utenza così grande, non merita queste categorie. È una piazza che in passato ha fatto calcio a grandi livelli, ha vinto campionati, ha calcato il palcoscenico dei professionisti, quindi mi auguro che qualcuno possa magari mettersi una mano sulla coscienza, non lo so imprenditori o anche la città stessa per portare questa città alle categorie che merita, senza svenarsi, perché è un periodo di crisi, cercando, invece, di fare una programmazione.”

Pugliacalcio24.it
Giuseppe Lucariello

0.00 avg. rating (0% score) - 0 votes