Running Team, una nuova realtà nell’atletica altamurana

Running Team, una nuova realtà nell’atletica altamurana

Running Team AltamuraLa neo società si prepara al debutto previsto per domenica prossima

Nonostante il periodo di crisi economica che, anche nel mondo dello sport, si fa sentire, soprattutto perché sempre meno gente è disposta a investire in un mondo che, molto spesso, non ha ritorni economici, l’atletica altamurana va controtendenza. Vi abbiamo già parlato della nascita della Futuratletica, squadra con vocazione giovanile e che ha fatto il suo esordio ufficiale qualche settimana fa. La squadra che ha in Claudio Lorusso il suo deus ex machina non è l’unica novità perché da qualche mese è nata anche l’ASD Running Team Altamura.<br />La nuova squadra nasce dall’idea di un gruppo di atleti provenienti dalle altre realtà altamurane, insoddisfatti della considerazione ricevuta dalle loro vecchie società di appartenenza e, dato che anche per questa nuova realtà si avvicina il debutto in gare ufficiali, abbiamo deciso di rivolgere alcune domande al presidente, Filippo Lorusso.
Signor Lorusso, ben ritornato su AltamuraSport.
“Grazie per questo invito. In qualità di presidente, è con grande piacere che annuncio su queste pagine la nascita di una nuova squadra di atletica leggera, la quinta ad Altamura, che abbiamo deciso di chiamare A.S.D. Running Team Altamura”.
Presidente, da quanti elementi è composta la vostra squadra?
“La Running Team nasce il 4 novembre 2011 dall’intuizione di quattordici “amici-podisti” che al termine di un allenamento si ritrovarono, quasi per gioco a casa di uno di loro, attorno ad una tavola imbandita per una delle solite cenette tra amici”.
Dopo le presentazioni di rito, veniamo al dunque. Per quali motivi, nonostante già fossero presenti altre squadre di atletica, avete deciso di crearne una nuova?
“Dici bene. Tutti noi, all’epoca, eravamo tesserati per altre associazioni, due per la precisione, presenti sul territorio altamurano, però, un senso d’inadeguatezza e di malessere aveva ormai da tempo pervaso il nostro piccolo drappello di corridori. Malessere dovuto a cosa? Senza entrare troppo nei particolari, per non cadere in polemiche inutili e sterili, posso solo darti un mio parere: quando in associazioni presenti da tempo non ci sono i giusti ricambi soprattutto a livello dirigenziale, si finisce con lo “stancare la gente” e in questo caso con lo “stancare noi corridori” che di pazienza ne abbiamo fin troppa. Di conseguenza ci siamo guardati intorno non trovando, però, qualcosa che facesse al caso nostro. Da lì la proposta, in un primo tempo scherzosa ma dopo poco divenuta seria e concreta, di provare a fondare una nuova associazione che rispondesse alle nostre esigenze: amicizia, lealtà e amore disinteressato per questo bellissimo sport e per quello che vi gravita attorno”.
Quali obiettivi vi siete posti per l’anno di esordio?
“D’istinto mi verrebbe da dire: partiamo innanzitutto! Tu hai esperienza come dirigente e sai benissimo che non è facile avviare un’associazione sportiva. I problemi che si pongono sono molteplici: bisogna pensare alla parte burocratica, a un nuovo abbigliamento, a cercare sponsor che credono in te e che finanzino l’associazione. Per fortuna siamo riusciti a far fronte soprattutto a questi ultimi due aspetti. Nonostante la grave crisi che ha colpito il nostro paese, alcuni imprenditori locali hanno voluto comunque darci una grossa mano e per questo saremo loro sempre grati. C’è da dire che ci siamo comunque autotassati per far fronte alle spese iniziali. Ecco perché ti dico che per quest’anno non abbiamo particolari obiettivi se non quello di far partire al meglio la nostra associazione. Posso anche aggiungere che non abbiamo interesse a fare grossi numeri e mi spiego meglio. Non vogliamo un’associazione con 80/100 tesserati di cui soltanto un quarto, alla fine, partecipa attivamente alla vita associativa e alle varie manifestazioni sportive. Ritengo che una squadra con 25/30 atleti al massimo sia molto più gestibile. Questo non vuol essere un limitare gli ingressi di iscritti, ma soltanto un filtrare eventuali “atleti stagionali” ovvero podisti che si iscrivono, li vedi per un paio di volte, e poi non li rivedi più provocando solo perdite di tempo e di risorse alla squadra.”
Qual’ è il primo appuntamento per la nuova stagione?
“Credo che il primo vero appuntamento agonistico per la nostra associazione sarà domenica 5 febbraio a Gravina. La locale società “Dorando Pietri” organizza in maniera perfetta ormai da dodici anni una magnifica gara di corsa campestre denominata “Il giro del Falco”, lungo i sentieri del bosco gravinese. È un appuntamento al quale noi altamurani difficilmente rinunciamo.
È ancora vivo il ricordo della Maratona di Berlino dove il vostro gruppo ha raggiunto risultati notevoli. Avete intenzione di replicare anche quest’anno?
“Hai ragione, la Maratona di Berlino è stata la “gara perfetta” sotto tutti i punti di vista. Tutti noi abbiamo raggiunto i tempi che ci eravamo prefissi in partenza. Faccio notare, inoltre, che i cinque atleti che sono riusciti a scendere sotto le tre ore fanno parte di questa nostra nuova associazione. Questo vuol dire che la Running Team Altamura, sotto il profilo tecnico, non ha niente da invidiare a nessuno. Questo gruppo è nato anche per fare sano agonismo e non solo per andare in trasferta a villeggiare. Quest’anno per la maratona credo ci fermeremo in territorio italiano e per la precisione a Firenze in novembre”.
Oltre alla vostra, quest’anno è nata anche la Futuratletica che si occupa soprattutto del settore giovanile. Grande fermento, quindi, per tutta l’atletica altamurana. È quindi possibile vivere non solo di calcio?
“Innanzitutto permettimi di fare un grosso in bocca al lupo al presidente e amico Claudio Lorusso e ai suoi collaboratori Filippo Barbieri, Luca e Raffaele Pepe, Pino Chironna, Mariangela Ceglie e Renato Lorusso. È vero, oltre alla nostra associazione è nata anche la Futuratletica che opera soprattutto nel settore giovanile e nell’atletica che conta. La nascita di questa associazione deve però far riflettere. Ancora una volta, ad Altamura, è stata dimostrata l’incompatibilità tra i settori amatoriali e quelli giovanili. Nella nostra città questo connubio difficilmente si realizzerà in un futuro prossimo se si continuerà a viaggiare su binari paralleli che non si incontreranno mai. Come presidente, ho già garantito il pieno appoggio della nostra associazione a tutte le manifestazioni che la Futuratletica andrà a organizzare in futuro. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, la mia risposta è: sì, possiamo vivere non solo di calcio. Ad Altamura credo che già da alcuni anni il calcio sia stato superato da sport come la pallavolo, la pallamano, il calcio a cinque e secondo me anche dal podismo. È un dato di fatto, sono ormai centinaia le persone che si vedono correre nei pressi della stazione ferroviaria. Questo deve far riflettere soprattutto i nostri amministratori affinché realizzino strutture adeguate anche per il nostro sport. Il podismo altamurano è divenuta una realtà che non si può più ignorare”.
Per concludere, ci può spiegare il significato del vostro marchio?
“Potrebbe non sembrare, ma la scelta del nome e del marchio non sono semplici. Per quanto riguarda il marchio, è stata una scelta goliardica ma che racchiude un significato importante per noi. La famosa sera del 4 novembre, sulla tavola erano presenti diversi bicchieri di birra. A qualcuno si è accesa la lampadina facendogli esclamare: “Sarà questo bicchiere il simbolo della nostra associazione!”. Tutti siamo stati subito d’accordo. Quel bicchiere rappresenta la nostra unione e la nostra amicizia. Come ha scritto recentemente qualcuno, le cose che nascono per gioco durano cento anni. La nostra associazione, allora, è sulla buona strada”.
Presidente, la ringraziamo per aver scelto il nostro sito per raccontare la genesi di questa nuova realtà sportiva della nostra città
“Sono io a ringraziare te e AltamuraSport per lo spazio che ci avete concesso”.
Come avete potuto leggere, il movimento sportivo altamurano è vivo e, nonostante le difficoltà, si arricchisce di nuove realtà grazie alla perseveranza e alla passione di chi, dello sport, ne ha fatto quasi una ragione di vita.

Domenico Olivieri

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