Pellegrino Sport C5, il bilancio di mister Maremonti

Vincenzo Maremonti, allenatore della Pellegrino Sport C5Il tecnico altamurano analizza la stagione conclusa con una tranquilla salvezza

Mentre il San Rocco Ruvo, vincitore dei play-off del campionato pugliesi di serie C1, si appresta a giocare la partita decisiva per l’accesso alla finale per la promozione in B, la Pellegrino Sport C5 si gode, da un mese e mezzo, il meritato riposo. Abbastanza positiva la stagione della formazione altamurana, da parecchi anni massima espressione del futsal nostrano. La salvezza, che era l’obiettivo minimo stagionale, è stata raggiunta con un turno di anticipo e, comunque, nonostante alcune difficoltà, non è mai stata in discussione. Uno degli aspetti più positivi, è stato, senza dubbio, quello di aver portato alla ribalta una squadra molto giovane nella quale si sono distinte alcune individualità, come Vito Pestrichella, diventato bomber di razza, Lucio Montemurno e Giuseppe Falcicchio, entrati a far parte anche della rappresentativa pugliese che ha partecipato al “Torneo delle Regioni”.<br />Grande merito va sicuramente dato all’allenatore della squadra, Vincenzo Maremonti che ha puntato molto su di un gruppo che conosceva molto bene, avendo allenato anche nella passata stagione in Under 21. Fondamentale è stato l’apporto dei così detti “senatori” che hanno messo la loro esperienza a servizio della squadra. E proprio con mister Maremonti cercheremo di tracciare un bilancio della stagione, con un breve cenno a quello che sarà il futuro.
Mister, innanzitutto, la ringrazio per aver accettato di rispondere alle mie domande. Molti appassionati non la conoscono bene visto che è appena alla seconda esperienza sulla panchina di una squadra di calcio a cinque. Lei, però, vanta un lungo trascorso come dirigente nel mondo del futsal. Le va di raccontare, in breve, la sua esperienza?
“Quello che ha detto è giusto. È vero che ero al primo anno su una panchina di C1, ma non bisogna dimenticare che venivo da un’esperienza di tredici anni come direttore sportivo e, quindi, un tempo abbastanza lungo che mi ha permesso di acquisire anche le capacità tecniche per iniziare la carriera in panchina. Posso dire, con orgoglio, di aver portato ad Altamura il calcio a 5, almeno per quanto riguarda quello a livello di FIGC. Tutto è nato quasi per gioco e, infatti, con un gruppo di amici, Giuseppe Loiudice e Carlo Casiello, soprattutto, abbiamo fondato una società che prese il nome di Rainbow. Dopo un paio di anni abbiamo deciso di cambiare il nome in Libertas e da lì quello che prima era solo un divertimento, è diventato una cosa più seria. Con il passare degli anni siamo riusciti a costruire una bella squadra che nel 2004 ha sfiorato addirittura l’accesso alla serie B, perdendo l’ultima partita con l’allora Olimpiade Bisceglie. In quel momento il giocattolo si è rotto, tant’è che l’anno successivo siamo retrocessi e da lì è nata l’idea di fare una fusione con la Pellegrino Sport e, così, siamo entrati a far parte di questa nuova realtà, chiaramente, con gli alti e bassi che sono tipici dello sport. Un paio di anni fa, poi, sotto la spinta del presidente, Marco Pellegrino, ho deciso di prendere il patentino di allenatore, dedicandomi, nel primo anno, all’Under 21. Infine, all’inizio della stagione, il presidente, sposando una mia idea che prevedeva l’inserimento, quasi in blocco, dei giocatori dell’Under in prima squadra, ha deciso di affidarmi la panchina di C1 e, quindi, eccomi qua”.
Mister, torniamo all’attualità. L’obiettivo della salvezza è stato raggiunto. Le va di tracciare un bilancio sul campionato?
“Strepitoso, con tanti sacrifici, ripagati, però, da risultati positivi. Il merito va innanzitutto ai ragazzi, per il loro impegno. Io personalmente sono soddisfatto ed orgoglioso per quello che abbiamo fatto e per i tanti complimenti ricevuti in giro per essere la squadra più giovane del campionato. Devo dire che potevamo fare anche di più, senza presunzione, se non subivamo tanti infortuni che hanno falcidiato la rosa. All’inizio del campionato, veramente, sono state dette troppe chiacchere alle quali abbiamo risposto con i fatti, riuscendo a portare avanti il cosiddetto “progetto giovani” che avevo in mente da un po’ di tempo”.
Qual è stato il momento più difficile e quale il più bello?
“Di momenti difficili ce ne sono stati, ma pochi. Uno di questi nel girone di ritorno quando mi sono venuti a mancare, per vari infortuni, giocatori di un certo livello, come Moramarco, Montemurno e Mercadante. Addirittura in una partita a Conversano ci siamo presentati con soli otto giocatori, uno dei quali era Michele Colonna, mio secondo, anche se quella partita abbiamo pure rischiato di vincerla. I momenti belli sono stati tanti, ma se devo sceglierne alcuni ti dico la vittoria contro il San Rocco, vincitrice dei play-off, e in seconda battuta la partita interna stravinta proprio contro il Conversano, per chiudere con il pareggio che ci ha regalato la matematica salvezza in casa del Capurso”.
Una domanda un po’ scomoda. Chi dei giocatori a sua disposizione ha deluso di più e chi invece ha superato le attese?
“Chi ha sicuramente superato le attese, anche se io non avevo dubbi, è stato Vito Pestrichella, autore di quasi quaranta goal. Poi non è da trascurare l’importanza di Mercadante che ha portato nel nostro gruppo un bagaglio di esperienza che si rivelata essere molto utile e, infine, Michele Gramegna a cui nessuno dava credito e che, invece, è stato capace di una grande stagione, sostituendo al meglio Carlo Moramarco e segnando, almeno per un centrale, tanti goal, alcuni dei quali decisivi. Per quanto riguarda le delusioni, devo dire Leo Panarella. Da lui ci si aspettava molto di più, vista anche la sua esperienza in campionati di categoria superiore. All’inizio del campionato, a dire il vero, l’ho visto in forma, poi con il passare delle giornate si è affievolito, non riuscendo a dare l’apporto che tutti ci aspettavamo da lui”.
Mister Maremonti, quest’anno per lei è stata la prima su una panchina di C1 dopo l’esperienza in under 21? Quali differenze ha riscontrato tra i due campionati?
“Di differenze ce ne sono. Allenare in under 21 è tutt’altra cosa rispetto alla C1. È comunque un campionato nazionale, molto affascinante che, per quanto ci riguarda, ci ha dato la possibilità di affrontare squadre di un certo livello. Il campionato di C1 è un campionato a se, nel quale è l’esperienza a farla da padrone. Si ha che fare con giocatori già affermati e, quindi, più difficili da gestire. Questo, però, fa parte del gioco e sicuramente può regalare soddisfazioni di altro genere”.
Proprio l’esperienza delle passate stagioni le è servita per domare una squadra dall’età media molto bassa?
“Devo dire che non è stato facile allenare una squadra dei genere perché con i ragazzini bisogna avere fegato e coraggio. Con loro non è facile, bisogna saperli prendere, insomma, bisogna usare il bastone e la carota. La maggior parte di loro veniva da un campionato Under 21 e quindi esperienza in categorie come la C1 non ne avevano. Io, comunque, ho creduto in loro, nello loro potenzialità e sono stato sempre convinto che potessero fare bene. Indubbiamente l’esperienza dell’anno scorso, con l’Under, mi è servita tanto perché in un certo senso, è come se avessimo continuato il lavoro fatto, anche se un campionato abbastanza diverso”.
Parlando del campionato di C1, più in generale c’è una squadra e un giocatore che l’hanno impressionata più di altri?
“Per quanto riguarda i giocatori, ne ho visti tanti bravi, ma per me il migliore è stato il nostro Pestrichella che ha fatto un campionato veramente sorprendente. Poi potrei citarti qualcuno della Virtus Rutigliano, anche se, secondo me, quella squadra non fa testo perché è come se avesse fatto un campionato a parte. Indubbiamente hanno giocato molto bene, e il merito va anche a mister Di Bari, tecnico vincente e di provata esperienza. Una menzione anche alla Futsal Capurso. Devo dire che mister Squillace ha fatto veramente un bel lavoro con quella squadra. In negativo, invece, mi ha colpito la stagione dell’Azetium Rutigliano che, nonostante annoverasse, tra le sue fila, alcuni ottimi giocatori come Ferdinelli, Corona, Sassanelli è riuscito a salvarsi solo all’ultima giornata. Indubbiamente ci si aspettava molto di più da loro”.
Forse in questo momento è prematuro farle questa domanda, ma ha già iniziato a pensare alla prossima stagione? Resterà sulla panchina della Pellegrino? Si è già incontrato con il presidente?
“Proprio qualche settimana fa ho avuto un incontro con il presidente e con alcuni dirigenti e insieme abbiamo discusso dei progetti futuri. Quindi, anche l’anno prossimo parteciperemo al campionato di C1 e questo, visti i tempi che corrono, è già un ottimo risultato. La rosa dovrebbe essere sostanzialmente la stessa di questa stagione, con l’inserimento di qualche volto nuovo di cui non posso fare il nome, dato che non c’è ancora niente di sicuro. Restando da definire i dettagli e inoltre non so se riusciremo a fare qualche campionato giovanile. Sarebbe importante per consentire il ricambio di giocatori perché qui ad Altamura paghiamo ancora un ritardo di preparazione, rispetto a le altre realtà. Dico questo perché molto spesso ci troviamo di fronte a giocatori che, non avendo avuto fortuna nel calcio, hanno dirottato la loro attenzione verso il nostro sport. In pratica, non esiste una vera e propria scuola di calcio a 5”.
Mister, infine, ha dei ringraziamenti particolari da fare?
“In primis devo ringraziare i ragazzi, dal primo all’ultimo. Un grazie particolare, consentimelo, va tutti quei giocatori che hanno giocato poco, come Santacroce che, rispetto alla passata stagione, è cresciuto molto soprattutto a livello tattico, come Ferrante, utilizzato pochissimo, per vari motivi, come Falcicchio, un grande talento da seguire con , come Angelino, anche lui utilizzato poco, per colpo di un infortunio. Un grazie al grande vice capitano, Tancredi, un ragazzo che conosco ormai come le mie tasche che, quando vai in campo, non risparmia nessuno, molto grintoso. Un grazie senatori che, molto spesso, non lo nascondo, mi hanno dato dei consigli e un grazie ai due portieri, Cappiello e Lombardi, che ho tenuto sulle corde per tutto il campionato facendosi trovare sempre pronti. Poi devo ringraziare il presidente, Marco Pellegrino, per aver creduto in me, per avermi dato fiducia e per aver sposato in pieno il mio progetto. Non vorrei dimenticare, il grande Michele Colonna, che mi è stato di gande aiuto sia in panchina che, con il suo modo di fare molto scherzoso, anche all’interno dello spogliatoio. Un grazie anche a Pasquale De Palma, un grande personaggio che mi ha dato una grossa mano e che sono riuscito a coinvolgere un paio di anni fa. Diciamo che non è molto amico degli arbitri (risata n.d.r.) ma va bene così. E infine, un ringraziamento anche tutti gli altri dirigenti, anche se si sono visti poco, come Michele Basile, Roberto Palasciano e Filippo Picerno.”.
Grazie per la sua disponibilità.
“Grazie a te per averci seguiti e per aver raccontato le nostre avventure”.
Si Termina qui questo lungo resoconto, con un certezza: anche per la prossima stagione la Pellegrino Sport C5 parteciperà al campionato regionale di serie C1. Con quali giocatori e con quali prospettive lo sapremo in seguito.

Domenico Olivieri

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