Giuseppe Barracchia: “Puntiamo al ripescaggio in Eccellenza”

Giuseppe Barracchia: “Puntiamo al ripescaggio in Eccellenza”

BarracchiaPer farlo il direttore generale del Real Altamura chiede l’aiuto dell’amministrazione e degli imprenditori locali

Archiviata con la sconfitta di Bitonto la stagione che doveva essere del rilancio, il Real Altamura, dopo alcune settimane di riposo, è pronto a ripartire o, almeno, questa è la speranza degli addetti ai lavori e dei tifosi, vogliosi di ritrovare il calcio che conta che ad Altamura, purtroppo, manca da ormai troppo tempo.
La stagione conclusasi qualche settimana fa, che ha visto la formazione realina disputare il campionato di promozione pugliese, era iniziata sotto i migliori auspici con l’entrata nei quadri dirigenziali di alcune personalità importanti dell’imprenditoria locale, primi tra tutti Franco Ninivaggi e Giuseppe Barracchia e con una campagna acquisti importante che aveva fatto subito presagire ad un immediato salto di categoria.<br />Purtroppo, però, le cose non sono andate come i nuovi dirigenti avrebbero voluto e, nonostante un lungo periodo d’imbattibilità, a pochi mesi dalla conclusione del campionato c’è stato un avvicendamento in panchina, con Saverio Abrescia che ha preso il posto di Mimmo Caricola. Il tecnico altamurano è riuscito a dare nuova linfa ad una squadra che, molto spesso, si specchiava in se stessa, puntando decisamente sui giovani che hanno consentito al Real di arrivare ad un passo dalla vittoria nei play-off.
Oggi, cercheremo di analizzare l’altalenante stagione del Real Altamura con Giuseppe Barracchia che, in qualità di direttore generale e nonostante le tante difficoltà, ha sempre creduto nel salto di categoria fino all’ultimo istante, non facendo mai mancare il suo sostegno alla squadra.
Direttore, partiamo dal principio. Qual è stato il motivo che all’inizio della stagione ha portato lei e i suoi soci ad entrare nel mondo del calcio?
“Fondamentalmente la passione per il calcio. Per quanto mi riguarda, poi, avendo giocato a livello dilettantistico fino all’età di 27 anni e, quindi, avendo vissuto questo mondo solo da atleta, ero incuriosito a vivere un’ esperienza anche dall’altra parte della barricata”.
Proprio in virtù di questa sua esperienza, può spiegarci come cambiano le cose osservando tutto da dietro una scrivania?
“Sicuramente fare il calciatore è molto più semplice perché l’unico impegno richiesto è quello di essere costante e presente agli allenamenti e dare il massimo durante le partite. In più, almeno a livello dilettantistico, dovrebbe esserci anche il divertimento. In un certo senso la vita da calciatore e da atleta in generale, è più spensierata. La vita da dirigente, soprattutto per le cariche più importanti come può essere il presidente o il direttore genale, invece, è molto più stressante e impegnativa con tanti problemi da affrontare a livello economico, organizzativo e sociale. Il passaggio dietro la scrivania, per quanto mi riguarda, non è stato tanto traumatico dal punto di vista della gestione delle risorse umane ma lo è stato a livello economico. Posso dire, comunque, che l’esperienza da imprenditore ha aiutato me e tutti gli alti dirigenti ad affrontare nel miglior modo possibile le difficoltà”.
Presidente, ad inizio campionato partivate con favori dei pronostici, ma poi, dopo un’intera stagione passata tra le prime posizioni di classifica, il Real Altamura non è riuscito a fare il salto di categoria. Cosa si prova?
“Sicuramente amarezza. Arrivare alla partita di ritorno della finale dei play-off del nostro girone dopo aver vinto l’andata per 2 a 0 e, poi, perdere per 3 a 0 non è stato bello. Però abbiamo la consapevolezza di aver avere dato tutti il massimo e di aver disputato un bel campionato e, soprattutto nella seconda parte della stagione, messo in mostra un bel calcio. Abbiamo assistito alla valorizzazione di tanti giovani appartenenti al nostro territorio, gettando delle basi solide per programmare anche la prossima stagione”.
Se potesse tornare indietro cosa non rifarebbe o che episodio cambierebbe?
“La cosa che non rifarei è prendere in squadra tante prime donne come abbiamo fatto ad inizio campionato. Poi, forse sarebbe servita una gestione più oculata dei giocatori perché durante la scorsa stagione il Real Altamura ha contattato almeno una settantina di atleti, un numero eccessivo per una squadra militante nel campionato di Promozione. Inoltre, avremmo dovuto puntare molto prima sui giovani e dico questo senza voler sminuire il lavoro di Caricola che rimane un tecnico bravo e vincente in queste categorie. Va dato merito, invece, a Saverio Abrescia, subentrato negli ultimi mesi, di aver puntato decisamente sui nostri giovani e di aver avuto ragione con i fatti”.
Facciamo un giochino; può darci dei voti da 1 a 10 alla squadra, agli allenatori, alla società e al pubblico dandone una sua personale motivazione?
“Alla squadra do un bel sette, una media tra la prima parte di stagione, insufficiente, e la seconda invece molto positiva. A Caricola do un sei di stima, sicuramente avrebbe potuto gestire un po’ meglio i tanti galli presenti nel pollaio, ma a sua parziale discolpa va detto che è stato anche un po’ sfortunato con tatti piccoli episodi che non l’hanno favorito. Saverio Abrescia si merita un otto perché ha saputo rilanciare una squadra che aveva perso la sua identità e perché avuto il coraggio di puntare sin da subito sui nostri giovani. A noi dirigenti mi sento di assegnare un buon sette perché, se pur tra tante difficoltà, io, Ninivaggi, Martelli e Ruccia siamo riusciti a concludere una stagione che per poco non è stata vincente. Il pubblico, infine, è senza voto perché trovandosi tra due fuochi, noi e la Fortis, soprattutto nella prima parte di stagione, ci ha trascurati. Poi, da marzo, in poi è ritornato ad appassionarsi alla nostra squadra e, infatti, nelle ultime due partite, contro il Canosa e il Bitonto, abbiamo superato ampiamente i 1000 spettatori”.
Dopo la partita di Bitonto, timide voci parlavano di una sconfitta già scritta. Noi non crediamo a queste voci e vorremmo capire se lei, invece, ha intuito qualcosa o, come pensiamo noi, è stata la classica partita storta.
“Per me c’è stato soprattutto un rilassamento psicologico. Poi, il fattore campo ha influito sicuramente in considerazione del fatto che molto dei nostri ragazzi non avevano mai disputato una partita del genere, davanti ad un pubblico così numeroso (n. d.r, 1500 spettatori circa). Infine, passatemi una battuta: io sono abituato a comprare a non a vendere. Non ti nascondo che ho sentito in giro parecchie voci riguardanti delle situazioni strane ma vi posso assicurare che non c’è stato niente di particolare. Lo ripeto, molto probabilmente, abbiamo sbagliato l’approccio alla partita ma dico questo senza voler colpevolizzare nessuno. Era una squadra giovane e, sinceramente, quello che è successo penso sia abbastanza normale. Tutto il resto sono soltanto illazioni anche perché durante la partita erano presenti tre commissari di campo e l’ufficio indagini della Lega. Infine, la direzione arbitrale e la decisione delle Federazione di annullare le due giornate di squalifica al campo del Bitonto non ci hanno di certo favorito”.
Per il futuro, la squadra attuale è la base su cui ripartire o è in programma una rivoluzione generale?
“Sicuramente cercheremo di non fare gli stessi errori che abbiamo fatto durante la scorsa stagione e per quanto possibile confermare lo zoccolo duro dei giocatori, soprattutto, giovani che hanno fatto la fortuna del Real. Posso dire inoltre che sia io che Franco Ninivaggi abbiamo confermato la nostra presenta anche per la prossima stagione così come è confermato nel ruolo di segretario Massimo Martelli. Inoltre ritornerà ad essere parte attiva del nostro gruppo lo storico patron, Luigi Lorusso, al quale sarà affidato il coordinamento di tutte le attività. Nel caso in cui dovessimo disputare il campionato di Eccellenza ci sarà anche un responsabile dell’area tecnica il quale dovrà curare tutto il settore giovanile, dagli allievi agli juniores, supportato da alcuni osservatori. Per quanto riguarda la conduzione tecnica, sicuramente il primo ad essere considerato sarà Saverio Abrescia. Se riusciremo a risolvere alcune piccole divergenze, potremo rivederlo sulla panchina del Real Altamura”.
Con la definitiva dipartita della Fortis Murgia, adesso siete la squadra di più alto livello ad Altamura. Come intendere rispondere a questa vostra nuova posizione? Sarà più facile reperire i fondi necessari per disputare un’altra stagione ad alto livello?
“Approfitto dei vostri microfoni per fare un appello all’amministrazione comunale e a tutti gli imprenditori locali affinché possano esserci vicini. Abbiamo intenzione di creare un settore giovanile importante, affiliato ad una società di serie A, come peraltro avevamo annunciato all’inizio della nostra avventura. Per fare questo, però, c’è bisogno di tutti, anche se l’amministrazione, in questo momento, sembra molto lontana: in un tutte le alte città il Comune contribuisce in maniera fondamentale al sostegno della squadra locale mentre qui ad Altamura riceviamo un modesto contribuito che non serve neanche a coprire i costi di gestione ed utilizzo delle strutture sportive. Per quanto riguarda gli imprenditori vogli sperare che adesso si possano convogliare tutte le risorse attorno ad un unico, importante progetto e non disperderle come si è fatto negli anni passati”.
Il suo collega, Franco Ninivaggi, ha dichiarato che è vostra intenzione presentare domanda di ripescaggio. Ce lo conferma?
“Ve lo confermo. I documenti sono pronti, anche se non sono stati ancora presentati anche perché abbiamo tempo fino al 18 luglio. Voglio, però, dire una cosa molto importante: l’Eccellenza pugliese è un campionato molto tosto che vedrà ai nastri di partenza piazze storiche del calcio regionale. Quindi per affrontarlo come si deve, bisogna programmare tutto nei minimi dettagli e per fare questo bisogna prima capire qual è il budget a disposizione. In poco parole voglio dire che presenteremo la nostra richiesta di ripescaggio in Eccellenza solo se ci saranno le condizioni per poter affrontare in maniera dignitosa e importante la stagione. Spero che attraverso il vostro sito qualche imprenditore possa avvicinarsi e darci un sostegno per la nuova stagione”.
Una domanda che è diventata di attualità. Che ne pensa dell’eventuale chiusura del “Cagnazzi” e del generale stato di degrado di quasi tutte le strutture sportive cittadine?
“Se davvero dovesse accadere sarebbe qualcosa di pazzesco. Anch’io, come molti altri, sono cresciuto in quel campo. Penso che se non ci sarà un intervento dell’amministrazione comunale il problema non sarà mai risolto. Non so fino a che punto possa interessare ai politici locali perché il problema dell’inadeguatezza del “Cagnazzi” è una storia vecchia di almeno dieci anni e che, solo grazie a deroghe particolari, si è riusciti a scongiurarne la chiusura. Adesso, però, si arrivati al punto di non ritorno e spero che si faccia qualcosa per risolvere una situazione che avrebbe dei conseguenze disastrose. Anche perché voglio fare una domanda agli amministratori locali: come saranno gestite le società che utilizzano il “Cagnazzi”? Dovremmo mandare i nostri figli a giocare a Santeramo, a Gravina? Inoltre c’è un’altra considerazione: molto probabilmente il calcio a Matera è destinato a scomparire, la stessa cosa dicasi per Santeramo. A Gravina c’è una squadra di 1^ categoria e quindi Altamura è destinata ad accogliere i giovani provenienti anche da queste realtà ai noi vicine senza, tuttavia, avere le strutture per accoglierli. Noi abbiamo intenzione di insegnare in un certo modo il calcio ma per poter fare ciò, e lo ribadisco ancora una volta, la città di Altamura dovrebbe dotarsi di un campo da gioco in erba sintetica, magari accedendo al credito sportivo. Credo che non chiedere la luna. Ma evidentemente non interessa a nessuno”.
Presidente, prima di chiudere questa nostra chiacchierata, le lasciamo spazio per i suoi ringraziamenti personali.
“I miei ringraziamenti, in primis, vanno ai giocatori perché ci hanno fatto vivere emozioni e dispiaceri che, poi, sono tra i motivi che fanno dei calcio uno degli sport più amati. Poi, voglio ringraziare i due mister, Massimo Martelli che ha avuto un ruolo fondamentale nella gestione della società, il direttore sportivo Ruccia e un ringraziamento, a me stesso e Franco Ninivaggi: in alcune circostanze, abbiamo messo un attimo da parte le nostre attività imprenditoriali per risolvere i problemi societari che di volta in volta si ponevano. Infine, ringrazio tutti gli sponsor, dal primo all’ultimo che ci hanno sostenuto durante tutta la stagione”.
Direttore, noi la ringraziamo per la sua disponibilità e speriamo che il vostro progetto possa andare avanti nel migliore dei modi.
“Lo spero anch’io e ringrazio voi per l’ottimo servizio che state rendendo allo sport altamurano”.
È, quindi, giunta al termine anche questa nostra intervista con la quale speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza su quale sarà il futuro del calcio altamurano. Ne approfittiamo per unirci all’appello di Giuseppe Barracchia e invitare tutti gli imprenditori di buon senso a dare il loro sostegno allo sport cittadino perché, secondo noi, lo sport rendere le persone migliori.
Arrivederci alla prossima puntata!

Domenico Olivieri

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