E alla fine la Fortis Murgia se ne andò

E alla fine la Fortis Murgia se ne andò

Fortis MurgiaDopo un lungo confronto a botta di comunicati, la società murgiana “vola” a Potenza

Si è conclusa nel peggiore dei modi la diatriba che, da mesi, metteva di fronte la Fortis Murgia Irsina, squadra partecipante al campionato di serie D, e il Comune di Altamura. Motivo del contendere, l’utilizzo dello stadio cittadino per la disputa delle partite interne della società murgiana. Cerchiamo di ricostruire i fatti.
La Fortis Murgia Irsina, dopo aver vinto il campionato di Eccellenza Lucana e conquistato la promozione in serie D, decide di trasferire la propria sede di gioco ad Altamura, chiedendo al Comune, l’autorizzazione all’utilizzo dello Stadio “D’Angelo”. L’autorizzazione viene concessa così come la deroga da parte della Lega Nazionale Dilettanti e così la Fortis Murgia inizia il suo campionato, siamo intanto arrivati a settembre, nello stadio altamurano. Le prime partite interne della società murgiana passano senza intoppi poi, a metà novembre, iniziano i problemi con la Fortis Murgia che, in più di un’occasione è costretta a disputare le sue partite interne in giro per la Puglia e la Basilicata, questo perché ci sono problemi di concomitanza con le partite delle altre due squadre in possesso dell’autorizzazione comunale per l’utilizzo dello Stadio “D’Angelo”, vale a dire Real Altamura e US Altamura. Questa situazione non va giù alla Fortis Murgia che punta il dito verso l’amministrazione comunale, rea secondo la dirigenza murgiana, di aver elargito con troppo facilità le autorizzazioni all’utilizzo dell’impianto sportivo in questione. Il Comune di Altamura, risponde con un comunicato stampa, con il quale, in buona sostanza, se ne lava le mani, confidando “nella collaborazione tra le società interessate”. La società murgiana non è chiaramente soddisfatta della risposta dell’amministrazione comunale e indice una conferenza stampa durante la quale non le manda a dire, prendendosela, oltre che con il Comune, anche con una delle altre due società che, a suo modo di vedere, cerca di ostacolare il proprio progetto.<br />Qualche giorno dopo la stessa amministrazione comunale convoca un incontro “aperto” per cercare di trovare una soluzione alla diatriba con la Fortis Murgia. Interviene il sindaco, Mario Stacca, l’assessore allo sport, Giovanni Saponaro, e il presidente del comitato regionale pugliese della FIGC, Vito Tisci, oltre ai rappresentanti della varie società sportive. Tutti dicono la loro ma non viene travata nessuna soluzione tanto che, a metà dicembre il presidente della Fortis Murgia, Donato Digirolamo e il suo vice, Gianni Patella, rassegnano le dimissioni. Si va avanti così fino alle festività natalizie, con la Fortis Murgia di volta in volta costretta all’affannosa ricerca di uno campo di gioco che la possa ospitare.
Alla ripresa delle attività sportive, la Fortis Murgia riesce a giocare le partite interne ad Altamurana, le ultime due anticipandole al sabato sempre a causa dei problemi di concomitanza con le altre due squadre, ma ormai la società murgiana non è più disposta ad andare avanti così. Iniziano a circolare voci circa il trasferimento della Fortis Murgia in altra località, voci che nelle ultime settimane sono diventate realtà, con l’accordo chiuso pochi giorni fa con una cordata di imprenditori di Potenza.
In pratica, già a partire da domenica prossima e anche per la prossima stagione, la Fortis Murgia disputerà le proprie partite interne nel capoluogo lucano. L’accordo tra i dirigenti murgiani e quelli potentini prevede il passaggio del 55% del capitale, stimato in base agli stipendi da pagare da gennaio a maggio, in mani lucane mentre la restante parte resta nelle mani dell’attuale dirigenza che, comunque, non ha intenzione di abbandonare il progetto sportivo-imprenditoriale iniziato l’anno scorso.
Morale della favola: ancora una volta la città di Altamura sale alla cronaca, questa volta sportiva, per un episodio negativo. Le responsabilità, a mio modo di vedere, vanno divise, anche se in maniera non uguale, tra tutte le parti in causa: Fortis Murgia, amministrazione comunale e le altre due società in possesso dell’autorizzazione all’utilizzo dello stadio.
La Fortis Murgia è responsabile per aver cercato, se pur spinta da un intento nobile, quello di promuovere il territorio attraverso lo sport, di forzare alcune situazioni per fare in modo di portare la squadra in città, smentendo anche quanto affermato dal suo presidente poco più di un anno fa, quando, durante una conferenza stampa aveva ribadito che la sua squadra non avrebbe mai abbandonato la Basilicata (fatevi un giro in rete e troverete conferma di quanto affermato). Hanno ragione i dirigenti murgiani quando dicono che il loro è un progetto “altamurano” perché la maggioranza degli imprenditori che vi hanno aderito è altamurana, ma è pur vero che la società è lucana a tutti gli effetti e, quindi, a livello sportivo, dovrebbero prevalere gli interessi delle società altamurane.
L’amministrazione comunale è responsabile per aver concesso, molto frettolosamente e, probabilmente, spinta da altri interessi, autorizzazioni all’utilizzo dello stadio “D’Angelo” senza prima consultare gli organi sportivi preposti all’organizzazione dei campionati. È, inoltre, responsabile per non aver preso una posizione chiara una volta che la frittata era fatta, sperando in un accordo, che tutti sapevano sarebbe stato difficile trovare, tra le società chiamate in causa.
Sono infine responsabili le altre due società in possesso dell’autorizzazione all’utilizzo del campo sportivo, per aver puntato troppo i piedi e non essere riuscite a trovare, insieme alla Fortis Murgia, una soluzione che potesse andare bene per tutti. A mio parere la concorrenza di una società organizzata come la Fortis Murgia avrebbe fatto solo del bene al movimento calcistico altamurano che, proprio a seguito dell’interesse suscitato in città dall’arrivo della società murgiana, sembra aver trovato nuovo vigore e sembra aver suscitato nuovo interesse negli appassionati. A rimetterci, come sempre e più di tutti, sono loro.

Domenico Olivieri

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